La musica è cruciale nella realizzazione di documentari perchè permette al regista di rendere l'atmosfera generale dei contenuti visivi, segnalare un cambiamento nell'arco narrativo e rispecchiare le emozioni di chi è davanti alla macchina da presa. Attraverso la musica il documentarista crea l'identità sonora del corpus della sua opera.

Le opzioni per la musica per documentari sono quasi illimitate. Può essere intima, ricca di suspense o elettrizzante a seconda dell'azione, dell'atmosfera, dell'ambiente o del messaggio a cu si accompagna. Qualsiasi cosa che riecheggia, amplifichi – o perfino che contrasti comicamente – il contenuto visivo.

Vediamo come le scelte musicali possono modellare il materiale documentario e aumentarne l'impatto sullo spettatore.

Definizione degli stati d'animo e delle emozioni

Capita di trovare nei titoli di apertura di un documentario di genere crime, una sessione di archi che crea suspense o impulsi tesi dei suoni elettronici per rendere un senso di disagio. In questi casi a colonna sonora è pensata per riecheggiare l'oscurità o la depravazione del crimine, o creare tensione in un momento della narrazione in cui la trama si infittisce, la posta in gioco si alza o la vera natura dei crimini sta per diventare evidente.

Ma non tutti i documentari di questo tipo hanno bisogno di una colonna sonora squarcia-nervi. Per il racconto di reati come truffa e la frode, o le storie di scandali, ad esempio, si potrebbe optare per qualcosa di completamente diverso.

Una musica eterea apre il famoso documentario Il Truffatore di Tinder (The Tinder Swindler). All'inizio i soggetti intervistati raccontano come cercassero semplicemente relazioni amorose. Dopo alcune decine di secondi la musica di sottofondo cambia bruscamente verso un tempo più oscuro e urgente, preannunciando le rivelazioni sempre più drammatiche su inganno, sfruttamento, minacce e furto. Il dramma sottostante è il racconto di come un uomo, attraverso la manipolazione e l'inganno, arriva a minacciare le sue vittime per ottenere denaro. Si stima che l'uomo abbia truffato 10 milioni di dollari a persone e banche in tutto il mondo.

Collocazione in epoche e luoghi

La musica ha una capacità quasi impareggiabile di trasportare immediatamente ascoltatori e spettatori in un momento o in un luogo particolare.

Bastano poche note di chitarra flamenca per evocare immagini del Sud America o della penisola ispanica, ad esempio, mentre con l'effetto wah-wah pedal di una chitarra elettrica o il suono di un organo Hammond ci riporteranno immediatamente agli anni '60.

Alcune band incarnano un'intera epoca, come i Beatles, gli Oasis o i Wham, e possono essere altresì utili per collocarci in un periodo storico. Altri sono fortemente associati a un movimento sociale o politico, quindi perfetti per documentari che trattano questi temi.

Complementare alla tipologia e allo stile di ripresa

Ci sono certi generi musicali che si abbinano bene a particolari tipi di inquadratura nel cinema.

La musica cinematografica (intendiamo musica da film con arrangiamenti orchestrali e temi epici) funziona bene per inquadrature ampie e panoramiche, mentre le tracce energiche sono migliori per qualsiasi cosa "in movimento", come le riprese di un inseguimento di auto o una caccia all'uomo.

I momenti più cinematografici della docu-serie La Grande Onda (100 Foot Wave) sono sostenuti da una delicata e ondeggiante tema per pianoforte che riflette sia la bellezza e la maestosità delle acque di Nazaré (Portogallo) sia la compostezza e la concentrazione necessarie per surfare uno degli spot più magnifici e pericolosi al mondo. Il documentario indipendente Dark Days, del regista inglese Marc Singer, è una tenera rappresentazione delle persone "talpa" - una comunità di senzatetto che viveva una vita sotterranea nei tunnel dell'Amtrak nei pressi di Penn Station sotto New York negli anni '90. La colonna sonora, realizzata per il documentario dall'artista DJ Shadow, cattura perfettamente l'essenza della fotografia voluta dal regista. Tecniche di illuminazione improvvisate all'interno dei tunnel e il calore granuloso delle riprese in 16mm, insieme alla storia profondamente umana, sono perfettamente complementari al tono oscuro e a volte inquietante ma al contempo edificante, della musica di DJ Shadow.

Indicazione della posizione narrativa

Certi generi documentaristici presentano spesso gli stessi elementi narrativi dello storytelling filmico più tradizionale. Possono esserci diverse opzioni ma molte comportano un dilemma, una rivelazione, un momento di vendetta o risarcimento. Una scena di viaggio potrebbe essere un momento di lotta interiore o semplicemente un ritorno tanto atteso.

Scegliere musica che si allinea con i momenti più impattanti o intimi di una narrazione può essere un ottimo modo per elevarli e portare il coinvolgimento dello spettatore ad un livello superiore.

Nel documentario Long Shot (Un Alibi improbabile, del 2017), un uomo viene arrestato e accusato ingiustamente di un crimine che non ha commesso. Le sue chance di salvezza sembrano altamente improbabili ma cambiano improvvisamente e la sua innocenza viene dimostrata in un improbabile colpo di scena, il destino del protagonista cambia, il sollievo è palpabile.

Questo momento è rappresentato magistralmente nella colonna sonora. Tutti gli altri suoni svaniscono, dolci e eterei campanelli riempiono lo spazio sonoro. La loro delicata leggerezza e la qualità mistica e ultraterrena rappresentano perfettamente l'incredulità affascinante della rivelazione e l'incredibile leggerezza del sollievo.

Queste scelte musicali funzionano così efficacemente perché diventano una parte essenziale nella costruzione della storia, guidando lo spettatore spettatori attraverso alti e bassi emotivi della narrazione.

Evidenziare il messaggio

La musica è anche incredibilmente potente nel sottolineare il messaggio centrale di un documentario.

Hail Satan? è un documentario che illustra le attività del Tempio Satanico (in inglese The Satanic Temple) un gruppo religioso non teistico con sede negli Stati Uniti. Il documentario vuole a mettere in luce l'ipocrisia del pregiudizio della religione Cristiana all'interno della democrazia americana che si basa su un principio del Primo Emendamento che sancisce la separazione tra Stato e confessioni religiose.

Il Tempio Satanico raggiunge lo scopo principalmente provocando la chiesa cristiana conservatrice mostrando come sarebbe una rappresentanza equa di cristianesimo e satanesimo nei corridoi del potere. In una scena una statua in bronzo di Bafometto (un idolo pagano e simbolo dell'occulto) viene installata nei pressi del Campidoglio dell'Arkansas, non lontano da un altro monumento dei Dieci Comandamenti.

Questi atti sublimemente ridicoli sono catturati musicalmente nella colonna sonora di Brian McOmber, che utilizza musica d'organo in stile Dracula e altri temi tratti dai film horror della Hammer Film Productions per attirare l'attenzione sulle acrobazie mozzafiato degli adepti di Satanic Temple, pensate per provocare massimo scandalo e indignazione. La sezione di fiati lenta e la melodia jazzistica sciolta e rilassata della traccia “Hail Rick Scott!”, che accompagna la parata carnevalesca del documentario, riflettono anch'essi la natura scandalosamente sciocca e parodistica del film.

La colonna sonora della docu-serie del 2021 Cocaine Cowboys: The Kings of Miami rende in modo ancora più letterale il soggetto del film. 'For the Love of the Blood Sport' del rapper Pitbull è la canzone martellante che apre il documentario. Questo brano riflette perfettamente l'ambientazione fatta di omicidi, violenza, intimidazioni e ambizione sanguinaria che alimentato il traffico di droga che ha devastato Miami.

 

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